venerdì 28 ottobre 2011

Libri e Halloween

Scaffali di libri e convivenza serena (bambini e animali…)

E prosegue ancora la solfa sugli scaffali…
Chiedo scusa, ma quando i ricordi prendono la mano è impossibile fermarne la marea.
Gatto e gattonamento le parole chiave. Ho già detto quanto siano state utili le ante traslucide applicate alla libreria Billy nella prima fase di esplorazione del mondo di mia figlia, ma prima ancora un’altra esperienza mi aveva fatto optare per l’acquisto di una libreria chiusa.
Diversi anni fa – sembrano così tanti, quando la vita ha avuto una svolta! – vivevo da sola con i miei due coccolosi gatti e gli onnipresenti libri. L’appartamento che ci ospitava era piccolino e lo spazio per i libri quasi inventato! In quel periodo la mia creatività si era fusa con la passione per la falegnameria e ne erano usciti oggetti davvero caratteristici: 
La prima piccola libreria si trovava all’ingresso, parassitando il retro di un mobile rivolto verso l’angolo cottura. Era stata ricavata da due cassetti di legno di una struttura sottoletto. Con piccole aggiunte di ripiani, carta da regalo, bordini per cornici e vetro tagliato a misura era uno splendido mobile da ingresso, con attaccapanni incorporato di fianco. 


Poteva ospitare soltanto libri tascabili che in quel periodo leggevo con foga e continuità, riempiendo le fredde serate invernali passate sotto le coperte.
Poi, non essendo più sufficiente, la scelta è caduta su un semplicissimo scaffale da cantina IKEA (mi ripeto? All’epoca le finanze languivano…) corredato da tendina a soffietto che fungeva da testata del letto. In questo modo non dovevo neanche alzarmi per prendere un libro…
I problemi sono arrivati quando il mio tigrato gattino curioso cominciava ad arrampicarcisi sopra. In un primo tempo è stato risolto spostando tutto il contenuto più avanti verso il bordo, ma poi la sua abilità e il suo divertimento avevano dato vita a un nuovo gioco. Consisteva nell’arpionare con l’unghietta ricurva il dorso di un libro e scaraventarlo giù, sopra la mia testa…
A quel punto la decisione è stata semplice: in vista di un cambio casa, rinnovo totale del mobilio del soggiorno con incorporata libreria CHIUSA da ante.

mercoledì 26 ottobre 2011

Gli scaffali dei libri

Prosegue la storia della passione per i libri.
Ogni entrata in libreria portava – e porta ancora – a casa dai tre ai sei volumi, oltre all’adesione ad un club del libro (ne ho cambiati tre) e agli acquisti spiccioli in edicola e al supermercato. Il risultato è che i ripiani della prima libreria risultavano essere ridicoli in quanto a capienza già a nove anni, quando i miei hanno fatto fare su misura la seconda grande libreria a parete, che nel tempo si è arricchita di ulteriori mensole e aggiunte in altezza (ovviamente dopo aver già riempito i precedenti di due ordini di file più altri volumi sopra di traverso) fino a flettere e inarcare irrimediabilmente i ripiani di legno sotto il peso della cultura… Quindi la terza libreria è una scaffalatura metallica.
A seguire ho abitato altre case dove altre librerie si sono aggiunte a quelle in casa dei miei, rimaste comunque tutte occupate. Scatoloni di libri hanno trovato varie collocazioni in mansarde e sotto i letti di camere non utilizzate, altri sono andati in regalo ad una biblioteca comunale.
Al momento la libreria nella casa dove abito occupa un corridoio della lunghezza di due stanze. È la classica Billy di IKEA, che non toglie spazio, si può accrescere in altezza e aggiungere in larghezza e monta delle fantastiche ante a scelta. Le mie sono in vetro serigrafato, proteggono un po’ dalla polvere e sono state davvero preziose contro le manine curiose di una bimba in fase di gattonamento.
Poco tempo fa ho dato una risistemata. Nel senso che ho tolto solo i libri già letti. In pratica è rimasta uguale, ci sono ancora le doppie file – eh sì riesco a farle anche in una profondità di 28 centimetri! – e le aggiunte ‘a cappello’, ma almeno è ben divisa in settori per argomento. La spiegazione al mancato vuoto che avrebbe dovuto crearsi è che ultimamente leggo soprattutto e-book, la scelta – a questo punto obbligata… – per la gestione dello spazio e del tempo di lettura ridotto al viaggio sui mezzi pubblici. I pochi volumi su carta vengono letti a piccole rate in pausa-bagno (è terribile ma è così, quanti di voi non ci si riconoscono? Almeno per la Settimana enigmistica, no?), nelle sveglie troppo anticipate delle prime ore del mattino o nelle rarissime serate in cui mia figlia si addormenta molto presto.
Ho spostato gli ‘usati’ sull’ultimo ripiano del mobile del soggiorno, dove hanno spodestato i bei volumi rilegati dell’enciclopedia della scienza, in volumi suddivisi per argomento (ancora da leggere) e i libri della Newton su Roma (idem), relegandoli in seconda fila. Volendo potrebbe entrarcene una terza…

martedì 25 ottobre 2011

carlApe da lettura, i primi ricordi

Avevo iniziato a scrivere il primo post delle recensioni e pensavo di spiegare brevemente come fosse nata la mia passione per la lettura. Prima di accorgermene ero già arrivata a due pagine, divagando da ricordi di bambina a librerie sovraccariche, sparse per varie abitazioni…
Così ho suddiviso ulteriormente gli argomenti ed eccomi a illustrare la storia… :
carlApe nasce con i libri, con la lettura di ogni pezzetto di carta stampata, che fosse libro, giornale o fumetto.
Qualche episodio per spiegare.
Ero bambina, camminavo per strada con la mano in quella di mia madre. Ad un tratto mi sono fermata e non volevo assolutamente proseguire: sul marciapiede una pagina di Topolino non mi consentiva di muovermi finché non l’avessi letta tutta! Inutili i tentativi di mia madre per schiodarmi da lì. Fu allora che comprese quanto i libri avrebbero pesato nella nostra casa e sulla libreria!
I pomeriggi in cui ero sola, dopo aver fatto i compiti, prendevo un volume a caso della mitica enciclopedia illustrata Conoscere e mi mettevo a sfogliarla. Credo di averla imparata a memoria molto presto. Il volume XIV – ancora ricordo bene il numero – era il mio preferito, per la doppia pagina con le divinità dell’Olimpo.
Date queste premesse, si può facilmente comprendere come dalla consegna del libro di letture ad inizio anno scolastico delle elementari, fino alla lettura completa dello stesso passassero al massimo tre/quattro giorni. Il resto dell’anno era di una noia mortale: non si faceva che rileggere storie che già conoscevo!
Mettevo da parte i soldi della paghetta settimanale per andare in libreria ad accrescere la raccolta di fiabe, che ora sto passando a mia figlia, e giornalini.
Mentre fisso su carta questi ricordi mi sorge una preoccupazione. Spero che mi leggano tanti altri appassionati di lettura, altrimenti temo di essere scambiata per una maniaca compulsiva! Se ci siete – e sarete in tanti, ne sono certa – potrete capire come negli anni ho accumulato risultati immarcescenti di shopping-dipendenza da libreria, cercato di tenere un archivio per rintracciare all’occorrenza un volume in mezzo a tanti, prestato e inevitabilmente perse le tracce di alcuni degli amati cimeli…
Segue con la storia delle librerie (intese come scaffali contenitori)…

lunedì 24 ottobre 2011

Recensioni. IL PROFUMO DELLE FOGLIE DI LIMONE di Clara Sanchez

Perché non farlo prima? E perché iniziare proprio da questo libro?
Le domande si sono accavallate ancor prima di prendere forma.
Rimando al successivo post la storia della nascita della passione per la lettura e di come si sia evoluta nel tempo e nello spazio (e non sto scherzando…!).
Tempo fa ad un amico (leggi consigliere di lettore e-book) avevo detto di aver iniziato la lettura di questo volume. “Mi hanno detto che è un mattone” mi fa lui. Ho continuato a leggerlo – non mi lascio certo influenzare da commenti negativi, anzi mi incuriosiscono ulteriormente – e difatti ho qui pronta la mia smentita.



Sanchez-Profumo+foglie+di+limone.jpg


Certo è che se ci si aspetta un libro di azione si resterà sicuramente delusi. Ma è abbastanza improbabile visto che:
1.       Il titolo non può favorire questo equivoco (sulla scelta dei titoli da parte degli editori rimandato ad altro post…) poiché si rifa ad un filone di tutt’altro genere,
2.       Il fatto che l’autrice sia una donna e per giunta una psicologa non lascia intuire qualcosa…? Non per fare discriminazioni, da donna a donna, tanto è vero che nel mio prossimo romanzo una buona dose di azione c’è, lo assicuro!
L’unico motivo che può dare adito a questo fraintendimento è un argomento abbastanza insolito e ‘scottante’: che fine hanno fatto tanti dei nazisti che ordinarono ed eseguirono stragi e torture nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale?
Scopriremo che sopravvivono serenamente e impunemente, ormai mimetizzati nell’aspetto di innocui vecchietti, tanto da insinuarsi nel percorso di crescita di una ragazza di fronte a un bivio, che nel passaggio da un’adolescenza inquieta all’età adulta rischia di trasformarsi nella classica Cappuccetto Rosso nelle fauci dei tanti lupi di passaggio. Solo che il cacciatore di turno, pittoresco reduce di tanti abomini e incarnazione della vittima che diventa carnefice,  riesce a metterla in guardia prima della tragedia e la nostra ingenua eroina rischia di trasformarsi in una Amazzone/Mata Hari che potrebbe scomparire senza lasciare traccia oppure lasciare un segno indelebile, se non nella storia dell’umanità, almeno nella sua personale e in quella della sua discendenza…
Vi ho incuriosito abbastanza?
L’ho trovata una lettura interessante per i temi trattati, fa anche riflettere sulle  fasi della vita e su quanto possano divergere le apparenze dai contenuti (anche questo un tema sempre attuale), ai ruoli di vittima e carnefice che a volte si alternano fino a sovrapporsi, tocca anche il tema della vecchiaia e delle sue difficoltà sotto molti aspetti e anche della difficoltà nei rapporti intra-familiari.
Belli e ben delineati i personaggi, sia i buoni che i ‘cattivi’; i due principali sono Sandra, la protagonista in cui immedesimarsi immancabilmente  - almeno in parte -  dalle lettrici donne, e l’anziano e indomito Juliàn. Le vicende si svolgono in una località balneare di una Spagna insolitamente  tranquilla, almeno all’apparenza.