lunedì 29 agosto 2011

Anteprima del mio volume 'Sinfonia in quattro note'

In occasione dell'uscita della mia prima raccolta di racconti dal titolo 'Sinfonia in quattro note', pubblico qui di seguito uno stralcio in anteprima. Per l'acquisto del libro cartaceo o pdf cliccare sull'icona della copertina, in cima alla colonna a destra dello schermo. Buona lettura!



Statistiche 

Quel giorno Roma si era svegliata sotto un invernale cielo piovoso. 
Dei 2.700.000 abitanti, almeno due terzi, tra lavoratori e pensionati, si erano svegliati di buon ora, e più della metà di loro guardando fuori dalla finestra si era intristito. 
A seguire si accendevano le luci di pigri, disoccupati e turnisti, non senza la stessa grigia sensazione dei precedenti. La metà aveva sbadigliato rimettendosi a letto, anche per pochi minuti. 
Un terzo di loro aveva acceso la televisione; un dodicesimo, composto da donne tra i venticinque e i quarantasei, aveva annullato lo shopping in programma; un decimo aveva deciso di dedicarsi alla sistemazione della casa; un quinto era uscito per portare fuori il cane – l’unico  felice sotto la pioggia – e tappandosi il naso al rientro. 
Metà della popolazione dei lavoratori aveva avuto preoccupazioni legate al traffico: automobilisti, mamme e fidanzate di motociclisti e scooteristi. Molte mogli, stranamente, no. 
Solo gli utenti della metropolitana, pensando alle strade più intasate del solito, si consolavano rispetto ai loro cugini di autobus. 
Io ero su uno di quegli autobus, con un libro aperto in mano, ma non riuscivo a leggere. Ero troppo presa a guardarmi intorno. 

La portiera Savina aveva cominciato le pulizie del condominio di buon ora, come sempre, soltanto un po’ più alterata del solito, imprecando contro il viavai che di lì a poco sarebbe cominciato, all’apertura dello studio medico. Fanghiglia, impronte, sgocciolamento di ombrelli. E lei lì a pulire. 
Samantha era uscita prendendo al volo lo zaino con i libri, e ora, cappuccio tirato sulla testa e cornetto già smozzicato in mano, cercava un varco tra le automobili che passavano, per poter attraversare la strada bagnata. Il boschetto del terrazzo del primo piano, incuneato tra due palazzi, si sentiva rinfrancato dall’acquerugiola piovasca. 
Un abete orientale di svariati metri, palmizi, tronchetti e flora mediterranea, gioivano all’unisono dell’inaspettata doccia, mentre la signora Marisa, dietro i vetri, si risparmiava la fatica di annaffiare. 
Il professor Dario Morselli, dell’Istituto tecnico industriale indirizzo informatica, in aula dalle 8.05 del mattino, stava pensando a qualche esempio calzante con la realtà per catturare l’attenzione degli allievi. 
‘Calcolo delle probabilità, statistica, ricerca operativa’ la sua materia. Non facile, ma che ci volete fare, a lui piacciono le cose difficili. 
Alle 6.35 si era alzato, dopo svariati squilli di sveglia – a volte anche uno come lui fatica ad alzarsi, soprattutto dopo aver fatto le ore piccole per vedere un film particolarissimo cominciato alle due di notte – e si era preparato di tutto punto. Come ogni mattina alle 7.25 era sceso in strada, aveva salutato Samantha, figlia dei suoi vicini di casa, e aveva preso il fido Maggiolone per raggiungere la scuola. Il parcheggio l’aveva trovato facilmente, aspettando l’uscita della solita Clio rossa guidata da una sessantenne platinata, che quella mattina aveva tardato solo quattro minuti. 
Durante l’attesa aveva visto passare la professoressa Boschi, come gli capitava spesso. Bella donna. Libera? Chissà. A volte pensava che un giorno o l’altro poteva anche trovare un pretesto per offrirle un caffè, ma poi rinunciava. 
Anna aveva iniziato la giornata portando fuori il cane che l’aveva svegliata, - subito prima della telefonata della madre, la signora Marisa del boschetto - , preparando la colazione per il figlio e senza sentire la mancanza dei suoi due ex mariti. Al contrario degli altri, la sua meteoropatia la induceva alla tranquillità. In giornate come 
queste si sentiva quasi felice. 
Era andata quindi al lavoro di buon umore - pur avendo incrociato una portiera Savina poco comunicativa e borbottante – e si era fermata a prendere un giornale da sfogliare nella pausa. Una rivista femminile, un lusso che si concedeva quando voleva coccolarsi. 
Le prime due ore erano volate. 
Poi, in Sala Professori aveva visto Morselli, con quella sua aria distinta e scanzonata allo stesso tempo. Dalla prima volta che l’aveva incontrato, quell’uomo le era subito piaciuto, ma poi non era riuscita a capire che tipo fosse. Aveva un’aria così scostante, a volte. 
Lei beveva un caffè sfogliando la rivista, aveva alzato gli occhi mentre lui entrava e i loro sguardi si erano incrociati. 
Un cenno di saluto, poi aveva riabbassato la testa sulla tazza e il fruscio del giornale. 
Fu sorpresa quando si accorse che lui le stava parlando. Era proprio davanti a lei. Guardandolo si rese conto che non erano mai stati così vicini. Aveva degli strani occhi grigi, molto profondi. 
- Come dice, scusi? Ero distratta… 
- Dicevo che avrei voluto offrirglielo io, un caffè. Sempre se le fa piacere. 
- Sì, certo… vorrà dire che sarà per il prossimo, va bene? – poi aggiunse subito – Ma, mi tolga una curiosità: non la vedo mai in compagnia, questo invito mi sorprende un po’… 
- Beh, le dirò che sorprende anche me: non l’avrei fatto in altre occasioni, ma poi ho pensato che oggi potrebbe essere una gran bella giornata. Sarà per via di questo tempo… 
I loro sorrisi si specchiarono all’unisono. In una bellissima giornata di pioggia.