giovedì, 07 ottobre 2010
Sempre di attualità le notizie sulla violenza domestica a discapito delle donne. Quando diventano fatti di cronaca nera, come la mamma che si è fatta uccidere per salvare la figlia che non voleva accettare un matrimonio imposto, ne veniamo a conoscenza, ma quanti sono gli episodi, le vittime, le umiliazioni subite che non conosceremo mai?
Oggi ci ritroviamo a condannare la cultura musulmana che obbliga la donna all'obbedienza assoluta al maschio, ma nella "nostra" società di "italiani" ci sono ancora molti comportamenti che arrivano a conseguenze irreparabili.
Sentiamo spesso notizie di uomini incapaci di gestire la propria vita affettiva ed emotiva che uccidono figli e donne stanche di subire anni di imposizioni e umiliazioni, donne che rivendicano soltanto un legittimo diritto di decidere della propria vita. Ma dove vivono queste famiglie? Come riconoscerle?
E come fa una donna ad accettare la violenza e andare avanti? Solo per i figli? Perché non è economicamente autonoma, non ha un lavoro? Ma non se ne mai accorta prima, quando era ancora in tempo?
Sono tante le domande che mi si sono poste, come donna, e a cui non riuscivo a trovare una risposta accettabile.
Mi ha illuminata la lettura di MALAMORE della giornalista Concita De Gregorio in cui, alternando notizie di cronaca a riflessioni, riesce a comunicare molto bene i meccanismi psicologici femminili e maschili che portano poi alle conseguenze note.
A tutte le donne che vogliono trovare le propria forza interiore e fare chiarezza dentro di sè, consiglio vivamente la lettura di DONNE CHE CORRONO COI LUPI, scritto da Clarissa Pinkola Estés, che ha attinto alle radici più antiche della saggezza per riportarci storie e indicazioni in grado di risvegliare la vera e forte natura femminile.
Come lei stessa spiega:
"Mi sono laureata in psicologia etno-clinica, che è lo studio sia della psicologia clinica sia dell'etnologia, soprattutto incentrata sullo studio della psicologia dei gruppi, e delle tribù in particolare. Mi sono poi specializzata in psicologia analitica, sicché sono un'analista junghiana. La mia esperienza di vita come cantadora/mesemondò, poeta e artista, informa parimenti il mio lavoro con gli analizzandi."
postato da: carlape alle ore 12:38