sabato 20 novembre 2010

cinema

Oggi solo citazioni da films:
Ti piacciono le donne? Sì, la cosa più importante e la più riuscita che ho creato.
Horus in Immortal ad Vitam

Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Quelle che ci riportano indietro, chiamate ricordi, e quelle che ci spingono in avanti: i sogni.
The time machine

sabato 13 novembre 2010

Ed ora che finalmente ho terminato l'aggiornamento... posso andare a dormire...
a presto con nuovi fermenti letterari...

Maschi contro femmine - da splinder

giovedì, 21 ottobre 2010
Ho appena scoperto una meraviglia di sadico umorismo! e per sadico intendo veramente divertente e nel dirlo sto ancora ridendo...
allego qui sotto il link al primo capitolo del libro (gratuito) del nuovo libro di Pulsatilla e Fausto Brizzi dall'eloquente titolo MASCHI CONTRO FEMMINE. L'eterna lotta del pene contro il male.
No, non è un mio lapsus né un errore di battititura, anzi sulla schermata della scheda libro potrete assistere alle divertenti vignette animate interpretate da simpatici ortaggi (un baccello di pisello e una patata, chi altri?)

url scheda libro:
http://www.librimondadori.it/web/mondadori/scheda-libro?isbn=978880459822&autoreUUID=eb03d16b-e9d3-11dd-82fe-dd9feafa0892

url primo capitolo da sfogliare:
http://www.librimondadori.it/web/mondadori/mediabox/sfoglialibro?_SfogliaLibro_WAR_SfogliaLibro_idScheda=ISBN_978880459822
postato da: carlape alle ore 12:52

Parigi è sempre Parigi - da splinder

mercoledì, 20 ottobre 2010
questo post è dedicato (ovviamente) a Jacques Prévert, il mio poeta preferito, e anche a Luigi La Rosa, che di Parigi ci ha dedicato uno splendido lungo post nel suo taccuino di viaggio. (vedi link Verso il faro)


PARIS AT NIGHT

Tre fiammiferi accesi uno ad uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L'ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.

Le immagini sono importanti, le parole anche e a volte di più, ma quello che veramente resta è la capacità di evocare nell'immaginario emozioni, sensazioni, voli della mente e tuffi al cuore
postato da: carlape alle ore 12:22

bah, scrittori! - da splinder

martedì, 19 ottobre 2010
"A certi scrittori le interviste non piacciono. Li fanno arrabbiare. Si lamentano perché le domande sono sempre le stesse. Ma che cosa si aspettano? I giornalisti imbrattano le carte. Gli scrittori siamo noi. Se loro pongono sempre le stesse domande non per questo noi dobbiamo dare sempre le stesse risposte. Non ci guadagniamo forse da vivere inventando le cose?"

da La tredicesima storia di Diane Setterfield
postato da: carlape alle ore 08:02

il merito dello scrittore - da splinder

sabato, 16 ottobre 2010
Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente.

Alessandro Baricco in Novecento - Feltrinelli


Vorrei tanto che fosse un po' questo, il merito di uno scrittore, e parlo in particolare di me. Perché si può scrivere in tanti modi, ma a monte di tutto, per scrivere qualcosa che vale veramente bisogna saper cogliere l'essenza del vivere. Ho colto l'occasione di aver inserito un po' dei miei libri in Anobii - abbiate pazienza, mano mano sto aggiornando anche lo stato di lettura e i commenti... - per rimettere un pò di ordine nella mia libreria, quella di dove abito, cioè composta perlopiù di libri ancora da leggere e da quelli letti nell'ultimo anno. Gli altri sono sparsi in diverse case di genitori e parenti che mi hanno riservato un po' di spazio in soffitta... E così ho riesumato una vecchia agenda - parlo di epoca ante computer...!!! - dove annotavo pazientemente brani tratti da libri letti che mi avevano più colpito. Ho provato poi negli anni a farlo sul pc, è stato indubbiamente più facile e veloce ma poi i file rimangono lì, imprigionati tra una marea di dati. Sarebbe un buon esercizio per tutti avere il proprio "quaderno dell'anima" a cui poter attingere quando se ne ha bisogno per citazioni ma soprattutto nei momenti di sconforto. La citazione su Baricco era nell'agenda.
postato da: carlape alle ore 11:23

L'imbroglio nel lenzuolo - da splinder

martedì, 12 ottobre 2010
Mi riferisco al titolo del film di cui avrete sentito parlare oppure visto al cinema, ma anche - e soprattutto - al romanzo da cui è stato tratto.
L'autore Francesco Costa ha curato anche la sceneggiatura del film insieme a Giovanna Cucinotta, sorella dell'attrice protagonista. Per vedere la luce, questa pellicola ha aspettato ben 13 anni dalla pubblicazione del libro, ma alla fine ce l'ha fatta.

Mentre il romanzo è più finemente introspettivo e comunque costruito sull'alternanza dei tre protagonisti Federico, Elena e Marianna e sulle loro caratteristiche, il film è stato giustamente considerato in un'altra ottica e reso godibilissimo dall'ottima fotografia e dalla bravura degli attori.
Il mio consiglio quindi è sia di leggere il libro che di vedere il film - anzi per dirla con i termini dell'epoca: la film - che ne è stato tratto.
postato da: carlape alle ore 15:54

Alda Merini - da splinder

lunedì, 11 ottobre 2010
Lascio a te queste impronte sulla terra
    tenere dolci, che si possa dire:
qui è passata una gemma o una tempesta,
    una donna che avida di dire
    disse cose notturne e delicate,
    una donna che non fu mai amata.
Qui passò forse una furiosa bestia
avida sete che dette tempesta
alla terra, a ogni clima, al fimamento,
    ma qui passò soltanto il mio tormento.


Alda Merini, in Il volume del canto


Spero che il non fu mai amata fosse dettato soltanto dalla sua malattia, dal suo grande tormento. Una donna che conosciamo per la sua profonda poesia e per le sue tristi vicende.

E vorrei che questo lascito alla seconda persona singolare sia rivolto davvero a me, a ognuno che la legge, che possa prendere in eredità la sua anima profonda e devastata.
postato da: carlape alle ore 09:35

Punti di vista - da splinder

lunedì, 11 ottobre 2010
Sono giorni che mi torna in mente. La poesia più incisiva mai scritta.

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:

ed è subito sera.

La prima volta che l'ho letta, a scuola, mi è sembrata così triste. Pessimista.
Tutta questa caducità, questo senso di precario, di soffio in cui passa la vita.
Adesso invece l'apprezzo molto.
Sarà che queste giornate scorrono in modo così lento, così diverse dalla solita frenesia quotidiana, che me l' hanno fatta tornare in mente.
Sarà che, una volta raggiunta una certa maturità, si dia già per scontato che la vita abbia una sua durata e che le cose a cui teniamo non durino per sempre, sarà che la preoccupazione di tenerle sempre in vita, di farle crescere nel migliore dei modi sia sempre dentro di noi, fatto sta che quel raggio di sole non sembra più tanto crudele ma pare l'unica cosa importante tra il solo e la sera.
Così gli affetti, le amicizie, l'amore, i figli, gli animali, la scrittura, i progetti, le passioni: tutto dunque è compreso in quel raggio di sole; che ci fa penare e ci dà gioie immense, tutte le palpitazioni del cuore.


per approfondire il testo, vedi questo link: http://it.wikipedia.org/wiki/Ed_%C3%A8_subito_sera
postato da: carlape alle ore 09:26

io corro coi lupi, grazie a Rita - da splinder

giovedì, 07 ottobre 2010
o Io ballo da sola, come preferite:

"La Donna Selvaggia in quanto archetipo,e tutto quanto sta dietro di lei, è la patrona di tutti i pittori, gli scrittori, gli scultori, i ballerini, i pensatori, di coloro che compongono preghiere, che ricercano, che trovano, perché tutti loro sono impegnati nell'opera di invenzione, ed è questa la principale occupazione della Donna Selvagia. Come in tutte le arti, sta nelle viscere, non nella testa."
sempre da Donne che corrono coi lupi

Grazie a uno stage che ho seguito nel marzo scorso, tenuto da Rita Charbonnier*, ho approfondito il tema degli archetipi che mi incuriosiva da tempo e ho scoperto il mondo delle "storie" e delle fiabe, che da brava mamma già desideravo intraprendere. Ne è nata una ricerca che mi ha risucchiata in una dimensione nuova, aprendomi gli occhi su una consapevolezza più profonda.
Donne che corrono coi lupi fa parte di questa ricerca e scoperta.

* Rita Charbonnier, autrice dei romanzi La sorella di Mozart (Corbaccio) e La strana giornata di Alexandre Dumas (Piemme), è scrittrice, sceneggiatrice e attrice.
Ha lavorato in teatro e in televisione.
La sua grande presenza scenica e la forte personalità mi hanno lasciato un grande segno.
postato da: carlape alle ore 14:18

Donne che corrono coi lupi - da splinder

giovedì, 07 ottobre 2010
Inizialmente, per il suo linguaggio un pò fuori dal tempo e allusivo a un mondo totalmente sconosciuto, può sembrare distante da noi, dalle nostre vite, ma poi...

"La donna moderna è una confusione di attività. E' spinta e costretta a essere tutto per tutti."
Come negarlo?

per prendere una delle sue note poetiche:
"quando facciamo valere l'intuito, siamo come una notte stellata: fissiamo il mondo con migliaia di occhi."

infine secondo l'autrice riunirsi alla natura selvaggia, ossia naturale:
"significa fissare il territorio (trovare una propria dimensione), trovare il proprio branco (avere una cerchia armonica di familiari e amici), stare con sicurezza e orgoglio nel proprio corpo indipendentemente dai suoi doni e dai suoi limiti, parlare e agire per proprio conto, in prima persona, essere consapevoli, vigili, rifarsi ai poteri femminili innati dell'intuito e della percezione, riprendere i propri cicli, soprire a che cosa si appartiene, levarsi con dignità, conservare tutta la consapevolezza possibile."
Mentre per le prime due espressioni mi è sembrato necessario tradurre dal sentire dei lupi al nostro, non ha bisogno di spiegazioni il resto delle parole. Clarissa Pinkola Estés si definisce una "cantadora" ossia una cantastorie, una donna che ha messaggi forti da proporre per risvegliare le coscienze.

Sono totalmente d'accordo.


postato da: carlape alle ore 13:40

Malamore - da splinder

giovedì, 07 ottobre 2010
Sempre di attualità le notizie sulla violenza domestica a discapito delle donne. Quando diventano fatti di cronaca nera, come la mamma che si è fatta uccidere per salvare la figlia che non voleva accettare un matrimonio imposto, ne veniamo a conoscenza, ma quanti sono gli episodi, le vittime, le umiliazioni subite che non conosceremo mai?

Oggi ci ritroviamo a condannare la cultura musulmana che obbliga la donna all'obbedienza assoluta al maschio, ma nella "nostra" società di "italiani" ci sono ancora molti comportamenti che arrivano a conseguenze irreparabili.

Sentiamo spesso notizie di uomini incapaci di gestire la propria vita affettiva ed emotiva che uccidono figli e donne stanche di subire anni di imposizioni e umiliazioni, donne che rivendicano soltanto un legittimo diritto di decidere della propria vita. Ma dove vivono queste famiglie? Come riconoscerle?

E come fa una donna ad accettare la violenza e andare avanti? Solo per i figli? Perché non è economicamente autonoma, non ha un lavoro? Ma non se ne mai accorta prima, quando era ancora in tempo?

Sono tante le domande che mi si sono poste, come donna, e a cui non riuscivo a trovare una risposta accettabile.
Mi ha illuminata la lettura di MALAMORE della giornalista Concita De Gregorio in cui, alternando notizie di cronaca a riflessioni, riesce a comunicare molto bene i meccanismi psicologici femminili e maschili che portano poi alle conseguenze note.

A tutte le donne che vogliono trovare le propria forza interiore e fare chiarezza dentro di sè, consiglio vivamente la lettura di DONNE CHE CORRONO COI LUPI, scritto da Clarissa Pinkola Estés, che ha attinto alle radici più antiche della saggezza per riportarci storie e indicazioni in grado di risvegliare la vera e forte natura femminile.
Come lei stessa spiega:
"Mi sono laureata in psicologia etno-clinica, che è lo studio sia della psicologia clinica sia dell'etnologia, soprattutto incentrata sullo studio della psicologia dei gruppi, e delle tribù in particolare. Mi sono poi specializzata in psicologia analitica, sicché sono un'analista junghiana. La mia esperienza di vita come cantadora/mesemondò, poeta e artista, informa parimenti il mio lavoro con gli analizzandi."
postato da: carlape alle ore 12:38

Il gatto Omero e la triglia di scoglio - da splinder

martedì, 05 ottobre 2010
Il gatto Omero e la triglia di scoglio


O che tu fai lì, solo soletto? Vieni qua, che ti racconto una storia! E non guardarti intorno, son io che ti parlo, dritto davanti al tuo naso. Ma no, non da quella parte, o grullo!
Eppur tu sei un gatto, se non sbaglio, e dovresti riconoscerlo, il mio odore! Son io, la triglia sul banchetto, che aspetta da stamane d’esser scelta per la zuppa del venerdì… Lo so che son bruttina, e che tutte l’altre so’ già state prese e pulite a dovere, mentre io son rimasta qua, che tutti mi guardano e nessuno mi si piglia! Eppur son una triglia! Non senti la rima?


questo l'incipit per un mio racconto che fa parte del volume L'uomo che rubava le parole, a cui ho già dedicato un post in passato.
ecco il link per il libro:
http://perronelab.it/node/28


il racconto, fresco e brioso ha la forma del monologo (tipo Franca Valeri al telefono), senza avvertire pause o cedimenti nel ritmo. A dispetto del titolo, il gatto Omero è semplicemente un ascoltatore - e non molto attento - dei virtuosismi verbali e pseudoetici della spassosa triglia.  Il brano è percorso tutto da un'ironia sottile e, come avrete immediatamente notato, usa il linguaggio toscano, per me il più adatto ad una triglia per zuppa...
Nei miei sogni ho immaginato di farlo recitare a un toscanaccio doc del calibro di Roberto Benigni, oppure alla simpatica e solare Irene Grandi... se mai ce ne sarà una versione radiofonica o un audiolibro, chissà?
se qualcuno avesse contatti con loro mi faccia sapere, sarei felicissima di proporglielo!!!
postato da: carlape alle ore 01:00

Geografie del mistero - da splinder

martedì, 05 ottobre 2010
Vorrei segnalare, oltre alla raccolta di racconti gialli/noir ambientati a Roma, anche i due volumi su racconti ambientati a Siracusa e Catania.

Tutte e tre le antologie sono curate da Luigi La Rosa ed edite da Perrone LAB.

http://perronelab.it/node/129 Cop_Siracusa ANTEPRIMA.jpg

http://perronelab.it/node/116 Cop_Catania ANTEPRIMA.jpg

postato da: carlape alle ore 00:47

L'ereditiera - da splinder

martedì, 05 ottobre 2010
L’ereditiera
 
Il maxi scooter rallentò su via Cola di Rienzo e svoltò per andare a fermarsi in via dei Gracchi. Ne scese un uomo sui trentacinque, togliendosi il casco si ravviò i capelli tenuti dal gel. Lo specchietto gli rimandò l’immagine da copertina del genere affermato e sicuro di sé. Si infilò in un portone, nell’androne ricoperto di marmi, prendendo la rampa per l’ascensore.
All’ultimo piano il suo dito si posò sul campanello di Lara Leoni. Al trillo lei andò di corsa ad aprire, i piedi nudi come colombe sul parquet, la vestaglia di seta una bandiera rossa che sventolava attorno alle gambe.
-
Uau, ma sono meravigliose... le mie preferite!


questo è l'incipit del mio racconto per la raccolta antologica edita da Perrone LAB con il titolo
ROMA. Geografie del mistero

di cui potete trovare la scheda all'indirizzo: http://perronelab.it/node/109  Cop_Roma ANTEPRIMA .jpg


Il racconto si articola in due parti distinte in cui spiccano due figure di donna molto diverse: una è la ricca ereditiera dalla vita patinata, l'altra la figlia del commissario che segue le indagini del delitto, dalla vita fatta di famiglia e quotidianità ma arguta e ben presente a se stessa.


nota: questo racconto è frutto di fantasia. ogni riferimento a fatti e personaggi è puramente casuale.
postato da: carlape alle ore 00:34

Specchio dell'anima - da splinder

lunedì, 04 ottobre 2010
Specchio dell’anima
 
Come la cerva anela di rivi d’acqua,
così l’anima mia a Te anela, o mio Dio.
Salmo 142
Sono qui solo per caso. Continuo a ripetermelo da almeno mezz’ora. Immobile, con lo sguardo fuori da questo squarcio di parete di baracca. Sguardo perso nella pioggia, nei rivoli di fango della stradina sterrata, del foglio di plastica che è appeso malamente al tetto della baracca di fronte e continua a sbattere al vento e alla pioggia.
Ma io sono qui solo per caso. Non ho niente a che vedere con tutto questo. Tiro fuori una sottile Cartier, la accendo, continuo a guardare il quadrante del mio orologio d’oro con le ore segnate da piccoli brillanti. Veri.
Aspiro una boccata di fumo bruciante, caldo, ma questo non mi dà il minimo sollievo. Faccio qualche passo, a destra, a sinistra. Incrocio le braccia e soffio fuori il fumo.
So che alle spalle c’è solo ombra, anzi tante, troppe ombre, oggetti accatastati alla rinfusa in una specie di capannone buio. È quello che ho visto appena entrata, …


questo è l'incipit del mio racconto contenuto nella raccolta di racconti SPARIZIONI, edito da Perrone LAB.
potete trovare la scheda del libro all'indirizzo: http://perronelab.it/node/334

Cop_Sparizioni ANTEPRIMA.jpg
postato da: carlape alle ore 22:48

... o scherzetto? - da splinder

lunedì, 04 ottobre 2010
Lo gnometto dispettoso
di Carla
28/09/2010


C'era una volta un bosco fitto di alberi alti e rigogliosi dove abitavano animali di ogni tipo, grandi, piccoli e piccolissimi come i moscerini. Oltre a loro c'era anche una famiglia di gnomi che nessun uomo riesce mai a vedere perché sono piccoli e abilissimi a nascondersi.
Nella nostra storia c'era un fringuello, un uccellino piccolo e canterino con una mascherina bianca e rossa intorno al becco. Il nostro fringuello stava tutto il giorno su un ramo a osservare la vita del bosco, e cantando si lasciava arruffare le piume dal vento.
Uno gnomo che passava spesso di lì, pensò di fargli uno scherzo, perché tutti sanno che gli gnomi sono molto dispettosi.
Un giorno si travestì con foglie e piume e rametti raccolti in giro, e si nascose sotto l'albero. Appena il fringuello cominciò a cantare sentì un ruggito terrificante provenire dal fogliame sotto l'albero. Nel bosco non ci sono leoni, quindi quel verso non l'aveva mai sentito.
- Chi è che si nasconde sotto il mio albero? - chiese il fringuello.
Per tutta risposta sentì un ruggito ancora più forte e vide un grande cespuglio scuotersi tutto. Il povero uccellino pensò a quanto doveva essere grande quell'animale per muoversi così tanto. Allora lo gnomo uscì dal suo nascondiglio, tutto pieno di quelle piume e foglie che a vederlo faceva spavento. Cominciò a ruggire e gridò al fringuello:
- Uccellino, sarai la mia colazione!
Il povero fringuello era rimasto paralizzato dalla paura. Quell'animale era pieno di piume quindi poteva volare e raggiungerlo fin lassù. Era strano però che non arrivasse dal cielo ma dalla terra! Chissà che animale era? Forse di un tipo che amava camminare...
Mentre l'uccellino restava aggrappato al suo ramo senza riuscire a fiatare dalla paura, lo gnomo cominciò a salire sull'albero... ma sappiamo cosa succede quando si ha molta paura? Può capitare che i nostri bisognini ci scappino all'improvviso...
Così anche il fringuelletto, che era quasi verde dal terrore, non volendo fece piombare giù... una grande cacca bianca, che si spiaccicò proprio sulla testa dello gnomo che, diventato tutto viscido, cominciò a scivolare dall'albero e ruzzolò giù facendo un bel botto.
Il travestimento si era sciolto e lo gnomo era tutto sporco e dolorante.
Gli animali che osservavano la scena cominciarono a ridere a più non posso e anche il fringuello si riprese e cominciò a ridere. Lo gnomo, vistosi scoperto, scappò via a nascondersi e non si fece mai più vedere da quelle parti.


puoi leggerlo anche su: http://favola.brums.com/scheda.aspx?i=93




A volte sentirsi "furbi" può non dare i risultati sperati...
Fortunatamente nella vita, come nelle fiabe, c'è spesso il lieto fine, anche se nessun notiziario ce lo farà mai sapere!

postato da: carlape alle ore 18:44

dolcetto... - da splinder

lunedì, 04 ottobre 2010
Stella stellina
di Carla
23/09/2010

C’era una volta una piccola stella che se ne stava tutta sola ai margini del cielo.
Passava tutto il tempo a sospirare e a guardare le stelle lontane che giocavano tra loro. Sospirava e pensava a quanto sarebbe stato bello poter giocare insieme.
Un giorno passò di lì un piccolo asteroide che si era perso e vagava nello spazio immenso. Quando la vide le disse:
- Ehi, stellina, cosa fai qui sola soletta?
- Io vivo qui – gli rispose la stella un po’ seccata.
- Ma non ti annoi a stare da sola? – le chiese ancora l’asteroide.
- E tu non ti annoi a viaggiare da solo? – fece a lui la stella.
- Oh no, ti assicuro che io incontro tante stelle e pianeti, vado a sciare sulla Via Lattea, a scaldarmi al Sole, e a volte, quando ne ho voglia, mi lascio cullare dallo spazio e vado alla deriva senza pensare a niente. È molto rilassante, sai?
La stella era molto meravigliata. Non immaginava che si potessero fare così tante cose. Lei si annoiava, sì, ma pensava comunque di essere più importante di un asteroide che andava alla deriva. Almeno lei aveva un suo posto, anche se un po’ solitario. Invece adesso scopriva di essersi sbagliata.
- In effetti, a stare qui da sola un po’ mi annoio – gli confidò.
- E allora perché rimani qui?
- Bella domanda che mi fai. Io non sono mica un asteroide come te, che se ne va a spasso. Sono nata qui e qui devo rimanere. L’asteroide parve un po’ perplesso.
- Non mi credi? – chiese la stella.
- Non è che non ti credo, però mi dispiace sapere che tu rimani tutto il tempo qui ad annoiarti. Potresti invece giocare con le altre stelle vicine. Se solo potessi spostarti…
- Già, lo penso anch’io a volte, quando le vedo giocare e divertirsi – e nel dire così sospirò di nuovo.
- Sei molto carina e dolce – le disse l’asteroide – è un peccato per te stare qui tutta sola.
- E tu sei molto simpatico – disse la stellina – ed è carino da parte tua stare qui a parlare con me.
- Se vuoi – le propose l’asteroide, che si era stancato di viaggiare tanto – potrei rimanere qui con te a farti compagnia.
- Oh, davvero? Ne sarei veramente felice. Potremmo giocare insieme, parlare, guardare le altre stelle e sognare…
- Sì, sono d’accordo – rispose l’asteroide – insieme potremmo proprio divertirci. Così la stellina e l’asteroide, che ormai erano amici, rimasero sempre insieme a giocare e scherzare.


puoi leggerlo anche su: http://favola.brums.com/scheda.aspx?i=63



Spesso abbiamo pregiudizi anche su noi stessi, senza saperlo. Riuscire a riconoscerli e accettarli può aiutarci a cambiare e aprirci nuovi orizzonti.
 


postato da: carlape alle ore 18:37

Luigi La Rosa - da splinder

venerdì, 01 ottobre 2010
come ho potuto non parlarne finora? di chi, ma del mio insegnante: Luigi La Rosa!
quindi cerco di rimediare ora:
giornalista, insegnante di scrittura creativa in tre (per ora...) città italiane, curatore di antologie e scrittore...

vedi:
http://rcslibri.corriere.it/speakerscorner/ricercario.spm
http://luigilarosa.blogspot.com/

un sentito grazie a Luigi per dove sono potuta arrivare finora ma soprattutto per le basi di quanto riuscirò a fare in futuro!


postato da: carlape alle ore 16:53

prima antologia - da splinder

mercoledì, 11 giugno 2008
Carissimi,
vi segnalo un volume di recente pubblicazione, una antologia di esordienti, tutti accomunati dal partecipare al laboratorio di scrittura tenuto da Luigi La Rosa, giornalista e curatore per Rizzoli ed altri editori. 
Il volume è intitolato "L'uomo che rubava le parole", pubblicato da Giulio Perrone editore, nella sezione LAB (esordienti) 
32 racconti per 200 pagine


libro_cover








vedi scheda libro su:
http://perronelab.it/node/28

ah, dimenticavo... all'interno il mio racconto Il gatto Omero e la triglia di scoglio.
già il nome è tutto un programma, no?

postato da: carlape alle ore 16:35

Presto ti sveglierai - da splinder

venerdì, 30 maggio 2008
Fresco, frizzante e modernissimo. Romanzo che si beve d'un fiato, tra l'ironia su una società che sempre più basa tutto sull'apparire e la suspence per le misteriose vicende della vita di Laura, tranquilla donna d'oggi che riesce a barcamenarsi tra il suo lavoro di insegnante e la vita domestica, incompresa da alunni e familiari. Lei che arranca pazientemente giorno dopo giorno, con l'unica consolazione dei suoi fiori in giardino. Finché un giorno la sua vita sempra prendere inaspettatamente una strada diversa...
Francesco Costa - PRESTO TI SVEGLIERAI - ed. Salani
postato da: carlape alle ore 10:26

Prevert - da splinder

giovedì, 29 maggio 2008
Per te amore mio
di Jacques Prevert

Sono andato al mercato degli uccelli


E ho comprato uccelli

Per te

amor mio

Sono andato al mercato dei fiori

E ho comprato fiori

Per te

amor mio

Sono andato al mercato di ferraglia

E ho comprato catene

Pesanti catene

Per te

amor mio

E poi sono andato al mercato degli schiavi

E t'ho cercata

Ma non ti ho trovata

amore mio.


che cosa cerchiamo nell'amore? perché è quello che tutti sembrano desiderare ma è così difficile mantenere una volta raggiunto?
sarà solo colpa dei tempi odierni, del mordi e fuggi applicato a tutta la nostra vita, o qualcosa di più profondo, radicato nella nostra natura, che ci porta a perdere interesse e impegno anche verso quello a cui teniamo di più?

postato da: carlape alle ore 14:56

migrazione

alla luce della mia decisione di migrare definitivamente da splinder ai lidi di blogger, mi porto dietro i post più significativi, quindi a seguire ecco date precedenti che fanno capolino...

venerdì 12 novembre 2010

Suggerimento...

ASCOLTARSI

CHI DEDICA OGNI ATTIMO DEL SUO TEMPO ALLA PROPRIA CRESCITA, CHI DISPONE OGNI GIORNO COME SE FOSSE LA VITA INTERA, NON ASPETTA CON SPERANZA IL DOMANI, NE' LO TEME.
MOLTI SI LIBERANO DA TUTTI GLI IMPEGNI E NON PENSANO AD ALTRO CHE A IMPARARE A VIVERE.